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Pubblicata il: agosto 09, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesia anglosassone | Totali visite: 3775 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Thomas Hardy
2 giugno 1840 Dorsetshire 11 gennaio 1928 Dorcester Dorset
TORDO A SERA
M'appoggiai ai cancello d'un boschetto
Quando il Gelo ra grigio fantasma,
E le scorie d'Inverno desolavano
L'occhio morente del giorno.
I rami intrecciati striavano il cielo
Come corde di lire spezzate,
E tutti gli umani all'intorno
Erano presso il loro focolare.
Le linee della terra scheletrita
Sebravano il cadavere del Secolo disteso.
Sua cripta sepolcrale la volta nuvolosa,
Il vento suo lagno di morte.
Il palpitare antico del seme e della nascita
S'era rattratto in rigida secchezza,
E ogni spirito sopra la terra
Svuotato di fervore come me.
Ed ecco una voce improvvisa
Scoppiò dagli squallidi rami,
A piena gola, in canto vespertino
Di gioia sconfinata;
Un vecchio tordo, fragile, sparuto, piccolino,
Le piume arruffate dal vento,
In quel modo spendeva la sua anima
Sull'ombra che scendeva.
Così poco incentivo a carole
Di tanto estatica nota
Era scritto sul volto della terra,
Lontano o intorno a lui,
Da farmi pensare vibraase
In quella sua gioiosa buona-notte
Una lieta speranza, di cui egli sapeva
E io ero ignaro. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Avevi al ventre tu sacrificato
due volte trenta milioni, Apicio,
e ancor te ne restavano altri dieci.
Tu, non potendo sopportar con questi
e fame e sete, trangugiasti |
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