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Pubblicata il: giugno 19, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 800 | Totali visite: 7764 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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O desļata verde solitudine
lungi al rumor de gli uomini!
qui due con noi divini amici vengono,
vino ed amor, o Lidia.
Deh, come ride nel cristallo nitido
Lieo, l'eterno giovine!
come ne gli occhi tuoi, fulgida Lidia,
trļonfa amore e sbendasi!
Il sol traguarda basso ne la pergola,
e si rinfrange roseo
nel mio bicchiere: aureo scintilla e tremola
fra le tue chiome, o Lidia.
Fra le tue nere chiome, o bianca Lidia,
langue una rosa pallida;
e una dolce a me in cuor tristezza sśbita
tempra d'amor gl'incendii.
Dimmi: perché sotto il fiammante vespero
misterļosi gemiti
manda il mare lą giś? quai canti, o Lidia,
tra lor quei pini cantano?
Vedi con che desio quei colli tendono
le braccia al sole occiduo:
cresce l'ombra e li fascia: ei par che chiedano
il bacio ultimo, o Lidia.
Io chiedo i baci tuoi, se l'ombra avvolgemi,
Lieo, dator di gioia:
io chiedo gli occhi tuoi, fulgida Lidia,
se Iperļon precipita.
E precipita l'ora. O bocca rosea,
schiuditi: o fior de l'anima,
o fior del desiderio, apri i tuoi calici:
o care braccia, apritevi. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Fu nel parco di un manicomio che incontrai un giovane con il volto pallido e bello, colmo di stupore.
E sedetti accanto a lui sulla panca, |
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