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Pubblicata il: agosto 03, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesia Romania | Totali visite: 4976 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Mihai Eminescu
SOLITUDINE
Le tende ormai calate,
Siedo al tavolo d' abete,
Nel camin crepita il fuoco,
Mentre vo sopprapensiero.
Nella mente vanno a stuoli
Dolci inganni. E ricordi
Stridon lievi, come grilli
Tra annosi neri muri.
Oppur piovono nell' alma
E si frangon grevi e tristi
Come gocciola la cera
Ai piedi di Gesù Cristo.
Nella stanza ai cantoni
Pendono le ragnatele,
E tra i libri a cataste
Frusciano furtivi i topi.
E in questa dolce quiete
Alzo gli occhi al plafone
E li ascolto rosicchiare
Dure copertine e fogli.
Quante volte ebbi in mente
D' appender la lira al chiodo,
Metter fine alla poesia,
Metter fine al deserto;
Ma allora grilli, topi,
Con il loro picciol passo,
Mi riportan la tristezza
Che sempre in verso muta.
Qualche volta. . . Raramente. . .
Che pel lume stesso è tardi,
Sento il cuor rabbrividire
Se il saliscendi stride. . .
Ecco Lei. Per quanto vuota
La casa se ne riempie,
Nel telaio di sventura,
Qual icona, ecco, splende.
E m' indispettisce il tempo
Che non ferma il suo correr,
Quando insieme sussurriamo,
Le mani le labbra giunte. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
67
Salute a te, porta,
così cara a un buon marito,
a un padre:
ti benedica Giove.
Si dice che un tempo
tu abbia servito onestamente
il vecchio Balbo
finché visse in questa casa,
ma anche che tu abbia poi
disonorato questa fede,
quando, stecchito il vecchio, |
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