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Pubblicata il: novembre 22, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesia spagnola | Totali visite: 20968 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Pablo Neruda
ODE ALL’ATOMO
Piccolissima
stella,
sembravi
per sempre
sepolta,
e, nel metallo, nascosto
il tuo diabolico
fuoco.
Un giorno
alla tua minuscola
porta:
era l'uomo.
Con una
scarica
ti liberarono,
vedesti il mondo,
uscisti
nel giorno,
percorresti
città,
il tuo gran fulgore arrivava
a illuminare le esistenze,
eri un frutto terribile
d'elettrica bellezza,
venivi
ad affrettare le fiamme
dell'estate,
e allora
giunse
armato
d'occhiali di tigre
e armatura,
con camicia quadrata,
con sulferei baffi,
e coda di porcospino
giunse il guerriero
e ti sedusse:
dormi,
ti mormoròm,
avvolgiti tutto,
atomo, che sembri
un dio greco,
una primaverile
modistica parigina,
adagiati
sulla mia unghia,
entra in questa casettina,
e allora
il guerriero
ti mise nel suo gilè
come se fossi soltanto
una pillola
nordamericana,
e se ne andò per il mondo
e ti lasciò cadere
a Hiroshima.
Ci svegliammo. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Questo infinito crogiuolo di pensieri ed azioni,
questo eterno fluire di "apparenze" vitali,
questo irrevocabile flusso di temporali presenze,
questo insondabile mistero di perpetuo corso,
questo ineffabile ritmo dell'universale Creato
MI ESTASIANO TALVOLTA, QUALCHEALTRA MI TURBA. |
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