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Pubblicata il: giugno 19, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 500 | Totali visite: 1718 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Non ti maravigliar, Roma, se tanto
s'indugia a far del papa la elezione,
perché fra' cardinai Pier con ragione
non trova chi sie degno del suo manto.
La cagion è che sempre ha moglie accanto
questo, e quel volentier tocca il garzone1,
l'altro a mensa dispùta d'un boccone
e quel di inghiottir pesche si dà il vanto2.
Uno è falsario, l'altro è adulatore,
e questo è ladro e pieno di eresia,
e chi di Giuda è assai più traditore.
Chi è di Spagna e chi di Francia spia
e chi ben mille volte a tutte l'ore
Dio venderebbe per far simonia.
Sicché truovisi via
di far un buon pastor fuor di conclavi,
che di san Pietro riscuota le chiavi
e questi uomini pravi,
che la Chiesa di Dio stiman sì poco,
al ciel per cortesia sbalzi col fuoco.
(1)e quel... garzone: pecca in sodomia
(2)l'altro... vanto: i golosi e gli avari |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Accanto a me, sul pavimento, c'è un grande contenitore, forse quadrato e dalle pareti invisibili, pieno di parole. Sostantivi, aggettivi, verbi e avverbi, articoli, congiunzioni: tutti dentro alla rinfusa, senza una logica definita, come granelli di sabbia sfuggiti dal piccolo pugno di un bambino e caduti nel suo secchiello rosso appoggiato sull'arenile. |
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