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Pubblicata il: giugno 19, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 700 | Totali visite: 8052 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Sogni e favole io fingo; e pure in carte
mentre favole e sogni orno e disegno,
in lor, folle ch'io son, prendo tal parte,
che del mal che inventai piango e mi sdegno.
Ma forse, allor che non m'inganna l'arte,
più saggio io sono? È l'agitato ingegno
forse allor più tranquillo? O forse parte
da più salda cagion l'amor, lo sdegno?
Ah che non sol quelle, ch'io canto o scrivo
favole son; ma quanto temo o spero,
tutto è menzogna, e delirando io vivo!
Sogno della mia vita è il corso intero.
Deh tu, Signor, quando a destarmi arrivo,
fa ch'io trovi riposo in sen del Vero. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Dove non splende sole luce penetra;
Dove non corre mare le acque del cuore
Sospingon le loro marce;
Ed infranti fantasmi con lucciole nel capo
le cose della luce
Attraverso la carne si mettono in fila dove carne nessuna riveste le ossa |
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