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Pubblicata il: giugno 20, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 800 | Totali visite: 3375 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Noi sedemmo sull'orlo
della fontana nella vigna d'oro.
Sedemmo lacrimosi in silenzio.
Le palpebre della mia dolce amica
si gonfiavano dietro le lagrime
come due vele
dietro una leggera brezza marina.
Il nostro dolore non era dolore d'amore
né dolore di nostalgia
né dolore carnale.
Noi morivamo tutti i giorni
cercando una causa divina
il mio dolce bene ed io.
Ma quel giorno già vanìa
e la causa della nostra morte
non era stata rinvenuta.
E calò la sera su la vigna d'oro
e tanto essa era oscura
che alle nostre anime apparve
una nevicata di stelle.
Assaporammo tutta la notte
i meravigliosi grappoli.
Bevemmo l'acqua d'oro,
e l'alba ci trovò seduti
sull'orlo della fontana
nella vigna non più d'oro.
O dolce mio amore,
confessa al viandante
che non abbiamo saputo morire
negandoci il frutto saporoso
e l'acqua d'oro, come la luna.
E aggiungi che non morremo più
e che andremo per la vita
errando per sempre. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Assaporerà
la verde acqua cristallina
la brezza mattutina,
e abbraccerà
i sensi
e ciò che pensi.
Ti parlerà
di un sentimento vero
nato dalla libertà
dei sogni di un pensiero.
Il vento , ribelle
nella notte del bosco
nelle tenebrose stradelle
che non conosco
sogna,
e ha la fantasia compagna. |
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