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Pubblicata il: giugno 22, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 900 | Totali visite: 1743 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Effimero universo di puntini,
d'icone e d'alfabeti colorati,
predestinati al limbo dei cestini,
nati già vecchi e presto cancellati,
oh, tu binario mondo dei contrari,
imprigionato ai lacci della rete,
tu mondo d'integrati e solitari,
museo di viaggiatori senza mete,
tu non ambire a glorie secolari,
vivrai men d'un graffito di parete.
T’invecchierà la voglia di progresso,
un algoritmo che comprime il dato,
che minimizza il tempo dell’accesso,
che uniformare può tutto il mercato.
Ti spegnerà l'usura dei contatti,
la moda tecnologica ch'evolve,
gli schermi che saran sempre più piatti,
una formula nuova che risolve
il costo e la durata degli scatti,
un giudice che i plagiatori assolve. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Ma che neve, sono stelle.
O al massimo i tuoi occhi che piangano. |
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