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Pubblicata il: luglio 26, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 900 | Totali visite: 3685 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Umberto Saba
1883-1957
Eros
Sul breve palcoscenico una donna
fa, dopo il Cine, il suo numero.
Applausi, a scherno credo, ripetuti. In piedi,
dal loggione in un canto, un giovanetto,
mezzo spinto all'infuori, coi severi
occhi la guarda, che ogni tratto abbassa.
È fascino? È disgusto? È l'una e l'altra
cosa? Chi sa? Forse a sua madre pensa,
pensa se questo è l'amore. I lustrini,
sul gran corpo di lei, col gioco vario
delle luci l'abbagliano. E i severi
occhi riaperti, là più non li volge.
Solo ascolta la musica, leggera
musichetta da trivio, anche a me cara
talvolta, che per lui si è fatta, dentro
l'anima sua popolana ed altera,
una marcia guerriera.
Umberto Saba - Cuor morituro |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
I lunghi viaggi da solo han qualcosa d'arcano;
nel tempo che fluttua sereno a tuo piacimento
puoi ora cullare ogni forma di sentimento,
anche giocare in serenità una mesta nostalgia,
rinverdire i tuoi anni a lungo passati,
riscoprire i ricordi di alterno sapore, |
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