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Pubblicata il: luglio 17, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie inedite | Totali visite: 1574 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Il pastorello afgano
Pecore al tuo orizzonte
e all'orizzonte delle pecore piccole isole d'erba,
tra monti di pietre e polvere.
Solitudine e bisaccia,
carne secca e poca acqua,
sole e un pò di formaggio,
silenzio e fili d'erba.
Il calore del gregge,
la notte...
non riesce a colmare il senso di infinito del cielo stellato,
in cui i tuoi occhi si riflettono.
Tuo padre pesa con l'occhio la bontà del tuo lavoro,
ed è paga se non ci sono botte,
tra una solitudine e l'altra.
Mamma in un angolo,
sopraffatta e piegata.
Dormi sull'erba,
sognando un corpo da accarezzare e
da cui essere accarezzato.
Attraverso il cielo stellato,
attraverso i fili d'erba,
Dio accarezza con delicatezza...
la tua piccola inesistenza.
De Bernardi Pompeo |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Sui ricci attenti
e sui vigneti,
sui clivi d'uve,
soffia leggero
il sogno,
e dolce.
E' il tempo
il padrone dei miei passi
non il vento, |
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