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Pubblicata il: luglio 04, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie inedite | Totali visite: 1161 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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LA SEDIA IMPAGLIATA
Su in soffitta l'ho ritrovata
la vecchia sedia di legno impagliata.
Stava lassù, triste e in gramaglie
fra stracci, carte e vecchie ferraglie!
M'ha fatto una pena, lei, poverina
che un tempo in cucina era regina!
Vicina al camino, che era un incanto,
noi correvamo, per esserle accanto
mentre, alzandosi un poco la gonna,
su lei sedeva, leggera, la nonna.
E sul "ticchettare" dei gambi di legno,
un Re per la Fata, perdeva il suo regno!
O quando la fiaba parlava d'amore,
lei "ticchettava" con lento languore,
ma se il ritmo avea un'impennata,
la fata Gallura era certo arrabbiata!
Ma dopo arrivava il mago Medoro
che su tutto spargea la polvere d'oro
su vigna, frutteto, sugli orti, sui prati
e sui nostri visi dagli occhi incantati...
e mentre passava, fiabesca, la sera
la polvere d'oro facevasi nera,
e pesava, pesava su noi marmocchi,
tanto che, lenti, chiudevansi gli occhi.
Accanto al camino ho rimesso la sedia
ma ho visto che, sola, moriva d'inedia.
Mi sono accostato e ho acceso un po' l foco,
lei si è riavuta, ma solo per poco.
Poi lenta mi chiede, con tocchi accorati
"La nonna e i bimbi dove sono andati?"
"La nonna è salita nel cielo lontano...
e i bimbi siam noi, cresciuti man mano..."
La sedia rimane un po' sconcertata,
poi lenta scuote la testa impagliata:
"Toc, toc" sospira con l'aria afflitta
"Andiamo, ti prego, torniamo in soffitta!" |
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