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Pubblicata il: luglio 17, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie inedite | Totali visite: 1262 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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III
Signori, ordinate!
A destino compiuto
un nuovo proselito si afferma
e s’intonaca di compiacenza.
Scrivete legionari, che son sicuro
ho con me tutto il campionario:
know-how d’azienda l’abecedario,
background di reparto la materia
e voci in-linea, illibate
eteree compagne di viaggio,
o muse d’intimo aspetto
sussurrate all’organismo che avanza
e forse muta, d’origine e d’intelletto.
(Al fine, enasarco)
-Le sottili fronde innevate
di questi giorni, le figuro
calde custodi di orme e squittii
e cicalecci; le mani gelide
a far baldoria eran cannoni
buoni solo a cannar di mira.
Oggi le strade grondano risonanze
aspre, come lo stridore del metrò
intubato come un verme.
Prendimi, gigantesca tenia
vengo io a parassitarmi
senza destarmi, innocuo.
Faccio forse solamente salva
l’imprudente attenzione.
Al fine, enasarco il fatturato.
Le mie entrate coperte;
ma non è questo il target
perché diventi marketing!
Marco Cesare Rei |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Felice l’uomo che ha raggiunto il porto,
Che lascia dietro di sè mari e tempeste,
I cui sogni sono morti o mai nati,
E siede a bere all’osteria di Brema,
Presso al camino, ed ha buona pace. |
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