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Pubblicata il: giugno 03, 2016 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie inedite | Totali visite: 1356 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Mi osservi e mi fai notare, che gli anni che mi porto appresso nel mio lento andare, mi hanno incanutito e aggrinzito il viso, ma io sorrido perché tu non sai, che ogni solco che mi riga il volto, è un segno muto di un linguaggio antico, come un verso che si compone, ad ogni nuova comprensione, per donarmi una rivelazione. Così tra queste pieghe apprendo che la Realtà a cui appartengo, è un eterno gesto d'amore un leggero abbraccio di un immenso cuore, dove luce, materia, vita, Cosmo e tutto quello che ci gira attorno, emergono solo per spumeggiare, come onde vivaci in questo mare. In questo continuo frazionamento di infinite forme in movimento, non c'è creazione, non c'è distruzione, ma pura e semplice emanazione, e non esiste un prima e nemmeno un dopo, ma tutto è "adesso" in questo moto. E questo mutare degli eventi che tanto affligge le nostre menti, è solo una velatura, un piccolo inganno, che gioca con noi senza far danno. Quindi vola ragazza mia, vola spedita, e non domandarti il perché della vita, perché non esiste nessuno scopo, se non quel gesto da cui ha avuto luogo.
Autore
Stefano Magnani |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Ebro, il più bello dei fiumi,
che nella Tracia con forte suono scorri
lungo terre famose per i cavalli, |
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