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Pubblicata il: giugno 18, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie inedite | Totali visite: 1073 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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La punta del suo piede,
pressato al calcagno dell’altro,
fece volare il giallo mocassino,
e così volò anche l’altro.
Il mirar mio,
dai suoi piedi al suo sorriso,
attraversava
il suo corpo di primavera,
che si svestiva
dei suoi petali colorati
disegnandosi sull’erba.
Mi inebriava
il profumo dei suoi fiori
i suoi fremiti , i suoi sapori:
essenze di lavanda e di viola,
fragranza di calda focaccia
il suo corpo fra le mie braccia;
e ,ancora, un alito di vento
giocava tra i suoi capelli
nel pettine delle mie mani
mentre le ciglia si adagiavano
soavemente su i suoi occhi,
le labbra si schiudevano al calore
del primitivo desiderio d’amore
che irrompeva nel cuore
con i battiti del nostro pudore. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Io sento il suono dell'antica avena
su l'alba ancora scialba ma serena.
Ed ecco il monte trascolora in rosa,
splendono i vetri a tutte le finestre.
E gente va, che vuol saper la cosa,
per le callaie e per le vie maestre. |
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