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Pubblicata il: luglio 13, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie latine | Totali visite: 2329 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Gaio Valerio Catullo
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Al poeta d'amore Cecilio, mio compagno,
papiro, questo devi dire:
venga a Verona
e lasci le mura nuove di Como, le rive del Lario:
voglio che ascolti certe fantasie
di un amico suo e mio.
Se ragiona, divorerà la strada
anche se mille volte, quando parte,
la sua dolce innamorata lo richiama
e con le braccia intorno al collo lo scongiura di restare,
vero, come dicono,
che muore per lui d'amore disperato.
Da quando poi ha letto i primi versi
per la signora di Dìndimo,
un fuoco consuma quella poveretta in fondo al cuore.
Capisco: tu conosci troppo bene, ragazza,
la poesia di Saffo e questa di Cecilio a Cibele
ha un inizio splendido. |
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Commenti degli utenti |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
In margine al sentiero un giorno ci sediamo.
Tempo è la nostra vita, e nostro unico affanno- le pose disperate in cui per aspettare
ci atteggiamo....Ma Lei non mancherà al convegno. |
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