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Pubblicata il: luglio 26, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie orientali | Totali visite: 5591 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Rabindranath Tagore
12
Giù in fondo scorreva la Jumna, limpida;
rapida; su, in alto, lo scoglio sporgevasi
minaccioso.
Intorno, una cerchia di colline nereggianti
di boschi, e róse, a' piedi, dai torrenti.
Govinda, il grande maestro, sedeva sullo
Scoglio leggendo le Scritture, allorché
Raghunath, il discepolo, superbo della sua
ricchezza, s'accostò salutando e gli disse:
Ho portato il mio povero dono, indegno,
forse, del tuo gradimento."
Così dicendo, spiegò dinanzi al maestro due
anelli d'orlo adorni di pietre preziose.
Il maestro ne prese uno, se ne cinse il dito,
e i diamanti irradiarono guizzi.
A un tratto l'anello gli scivolò di mano e
rotolò giù per lo scoglio e poi nell'acqua.
"Haimé! " gemette Raghunath e spiccò un
salto nel torrente.
Il maestro fissò gli occhi sul suo volume,
e le onde tennero e celarono ciò che avevan
rapito, e seguitarono il corso.
Già dileguava la luce del giorno allor
che Raghunath tornò, stanco e stillante
acqua, al maestro.
Desolato disse: " Potrei ancora riprenderlo,
se tu mi dicessi dove cadde."
Il maestro tolse l'altro anello e gettandolo
nell'acqua rispose: E' laggiù! |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Al di là delle parole
un’ombra di tristezza
rughe di riso
consapevoli del brulicare
anonimo di persone
-e confuso dentro un ricordo
mi spumeggia e batte il cuore
intontito dalla morfina |
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