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Pubblicata il: luglio 23, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie orientali | Totali visite: 2398 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Rabindranath Tagore
5
Sono irrequieto.
Sono irrequieto.
Sono assetato di cose lontane.
La mia anima esce anelando
di toccare l'orlo
dell'oscura lontananza.
O Grande Aldilà,
oh, l'acuto richiamo del tuo flauto!
Dimentico, sempre dimentico,
che non ho ali per volare.
Sono impaziente e insonne,
sono straniero in una terra straniera.
Il tuo alito mi giunge sussurrando
una impossibile speranza.
Il mio cuore comprende il tuo linguaggio
come fosse lo stesso ch'egli parla.
O Lontano-da-cercare,
oh, l'acuto richiamo del tuo flauto!
Dimentico, sempre dimentico,
che non conosco la strada,
che non ho il cavallo alato.
Non c'è nulla che desti il mio interesse,
sono un vagabondo nel mio cuore.
Nella nebbia assolata delle languide ore,
quale visione grandiosa
prende forma nell'azzurro dei cielo!
O Meta Lontanissima,
oh, l'acuto richiamo del tuo flauto!
Dimentico, sempre dimentico,
che tutti i cancelli sono chiusi
nella casa dove vivo solitario! |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Parole scritte sulla sabbia
scritte per gioco.
Emozioni sbagliate
inutili rimpianti
Un cuore smarrito
è ciò che mi resta |
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