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Pubblicata il: giugno 24, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie russe | Totali visite: 2378 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Scatola con una rossa melarancia
è la mia stanzetta.
Oh, non vale insudiciarsi nelle stanze d'albergo
fino alla tomba, fino all'obitorio!
Ho preso alloggio qui di nuovo
per superstizione.
La tappezzeria ha il colore marrone della quercia
e - la porta canta.
Non ho lasciato andare il chiavistello,
tu ti divincolavi,
e il mio ciuffo sfiorava la mia stramba frangetta
e le tue labbra - le viole.
O mia tenera, in nome di una volta
anche questa volta le tue
vesti cinguettano come un bucaneve
all'aprile "Buongiorno!".
E' peccato pensare che non sei una vestale:
sei entrata con una sedia,
come da un palchetto hai afferrato la mia vita
e hai scosso via la polvere. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
I fiori vengono in dono e poi si dilatano
I fiori vengono in dono e poi si dilatano
una sorveglianza acuta li silenzia
non stancarsi mai dei doni.
Il mondo è un dente strappato
non chiedetemi perché |
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