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Pubblicata il: agosto 07, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie tedesche | Totali visite: 1352 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Johann Wolfgang Goethe
Francoforte 28 agosto 1749 Weimar, 22 marzo 1832
LO SCAVATORE DI TESORI
Povero in canna, malato nel cuore,
trascinavo i miei lunghi giorni.
Il male peggiore è l'essere poveri,
la ricchezza è il bene più grande.
Per mettere fine al mio dolore,
a scavare un tesoro andai.
La mia anima, l'avrai!
Scrissi con il mio stesso sangue.
Cerchio dopo cerchio trassi,
e misi insieme fiamme
prodigiose, erbe e ossame:
così fu pronta la fattura.
E nei modi tramandati
cercai, scavando nel luogo
indicato, il vecchio tesoro;
la notte di burrasca era scura.
Vidi da lontano una luce,
veniva simile a una stella
da una distanza immensa,
mezzanotte precisa scoccava.
Ogni preparativo fu inutile:
d'un tratto un bagliore si accende
da una tazza colma che splende,
un bel ragazzo la portava.
Vidi rifulgere occhi incantevoli
sotto una folta corona di fiori;
entrò, nel celestiale splendore
della bevanda, in mezzo al cerchio.
Mi diede da bere, amichevole;
e pensai: con un regalo
così bello, di luce, questo ragazzo
non sarà il maligno davvero.
Dalla vita pura attingi il coraggio!
Così intenderai il precetto,
con angoscioso sortilegio
in questo luogo non ritornare.
Qui più non scavare invano:
lavoro di giorno, ospiti nelle tue sere,
grevi settimane, feste allegre,
sia la tua formula per l'avvenire! |
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O mia Gòngila, ti prego:
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