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Pubblicata il: luglio 02, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie tedesche | Totali visite: 973 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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1
Un impeto tenace i parchi scuote
dalla lenta agonia che li dissolve.
Grevi di cielo, sono: invitta specie
sopravvissuta a dilagar nei piani
fulgidi d'erba ed a ritrarsi alfine
altera sempre del sovrano sfarzo
che la difende, e che si esalta ognora
quasi cosciente, in quel superbo adergersi
dei parchi in sé - per poi receder, soli,
maestosi purpurei sgargianti.
2
I viali, d'ogn'intorno,
- piano - t'han preso già.
Non so qual vago cenno, ora, persegui
che ti richiama, e va.
Ecco: repente travarchi
nell'ombra raccolta ospitale
che avvolge - fra quattro sedili
di pietra - una vecchia fontana.
Il Tempo, sperduto qui sembra:
agonizzante, e solo.
Sugli umidi plinti
che, vuoti, sorreggono il vuoto,
tu levi un profondo
sospiro d'attesa,
nel mentre l'argenteo
stillare dell'acqua
dinanzi alla cerchia di tenebra,
fidente, ti accosta; e rimormora,
sommesso, segrete parole.
D'attorno, repente, tu avverti,
protese, le pietre origliare:
t'irrigidisci, muto.
3
Tu avverti che non un sentiero
- qui - si sofferma e sta:
ma tutti, pian piano,
portati dal dolce pendìo,
si lasciano andare,
digradan su placide scale
pei verdi terrazzi, tra'l folto
che insieme li attarda e li avvia,
infino agli stagni remoti,
ove il parco, fraterno, li dona
regalmente allo spazio regale.
E questo li prende, li invade
di lampi e baleni,
ne trae lontananze con sé,
allor che dall'ultima chiostra
di tutti i vivai,
alla danza serale delle nubi
s'avventa pei cieli.
4
Lo specchio dei laghetti sonnolenti,
ove più non si bagnano le Ninfe,
ritiene i loro pallidi fantasmi
- come annegati - al fondo.
Lontane balaustre
fan prigioniero il parco.
Traversa l'aria un umido cadere
di foglie morte, quasi digradasse
giù per scale invisibili.
Squilla, sinistro il grido d'ogni uccello
e sembra avvelenato ogni usignolo.
Qui, non sparge i suoi doni Primavera
sovra i cespugli increduli.
Superstite, disfatto,
un vecchio gelsomino
esala pigro torbidi profumi
commisti a questo lugubre sentore
di agonizzanti cose.
Tu procedi; e t'insegue un silenzioso
nembo di moscerini,
come se d'improvviso, a le tue spalle,
tutto svanisse nel disfacimento. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
FINALMENTE TI HO RITROVATO!
NULLA È PERDUTO
SE LA TUA MANO
SI POSA SUL MIO CAPO,
SE UN BACIO
SI POSA SULLE MIE GOTE,
RITROVARSI NELLA VITA
QUANDO IL CAMMINARE
DIFFICILE APPARE: |
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