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Pubblicata il: settembre 18, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Racconti inediti e/o celebri | Totali visite: 933 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Nicola Lombardi
SASSOLINI
Solo un grido sale dalla città degli zombi: "Devi essere come noi, è inutile che tenti nuove strade con la tua voce debole. Possiamo soffocarla a nostro piacimento".
Eppure, nella città degli zombi, cadono sassolini di parole non autorizzate, ribellioni spontanee di chi non vuole lasciarsi imbalsamare. Voci che scandalizzano chi ha rinunciato a pensare.
Dà fastidio chi trasgredisce obblighi e costumanze vecchi di generazioni, tanto da essere creduti "normalità"; dà fastidio chi non ha paura di sentirsi "diverso", cioè più umano.
"Dovete fare come noi, o rimarrete soli!" la minaccia si attacca sulle facce di chi, nel sentirsi maggioranza, crede di aver ragione.
Dàgli ai seminatori di parole! Devono morire questi strani soggetti, che turbano l'armonia insinuando dubbi, rimettendo in discussione "certezze".
Eppure "i vivi" sanno in cuor loro di essere a ragione e si librano sopra la palude che circonda la città degli zombi.
Molti li evitano e ridono di loro, ma essi feriscono di libertà le coscienze annichilite dei morti viventi.
L'aria si fa pe(n)sante, nella città degli zombi.
È il momento del coraggio: "0 si prosegue, o tutto tornerà come prima o peggio".
C'è unità d'intenti: i "vivi" sono pochi, però tafanano alternativa e il focolaio attecchisce.
I morti li combattono solo per difendere la loro disperata serenità.
È difficile cambiare i propri schemi mentali: per pigrizia fa comodo. ritenersi infallibili. Tutto deve rimanere come è sempre stato: di quel grigio scialbo che dà sicurezza; crea disagio vedere cose "vecchie" colorarsi, sotto nuove angolazioni.
Si affiggono ordinanze, nella città degli zombi.
Altra pioggia di sassolini in risposta, fitti ed insistenti come chicchi di grandine.
Alcuni giovani zombi cominciano a domandarsi: "E se avessero ragione loro?".
Si accendono meno candele sugli altari della dea apparenza; tratti umani da troppo tempo umiliati lasciano cadere le croste del pregiudizio e della banalità.
Qualcuno, in un guizzo di lucidità, intravede il disumano di un codice che pareva follia trasgredire.
Cominciano le persecuzioni: solo la minoranza ha raccolto i sassolini-regalo dei vivi. Il valzer non si è interrotto.
Ognuno é zombi per un motivo diverso: Cecco si affoga nel piatto di spaghetti; Baffino è tranquillo: tanto sa di far colpo sulle donne; Nanni lucida i suoi pensieri sull'auto nuova; Gigi si fa scudo della famiglia e del parentado; Beppe, ormai celebre nel quartiere, fa la voce grossa.
Ognuno prigioniero nel guscio che si è costruito.
Diminuiscono i sogni, si dissecca la fantasia. e la voglia di costruire, si vive sempre di meno, si appassisce, nella città degli zombi.
Eppure alcuni tirano ancora sassolini. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Meravigliosamente
un amor mi distringe1
e mi tene ad agn'ora.
Com'om che pone mente
in altro exemplo pinge
la simile pintura,
così, bella, facc'eo,
che 'nfra lo core meo
porto la tua figura. |
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