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Decimo Giunio Giovenale LIBRO SECONDO VI
Pubblicata il : luglio 14, 2013 | Author : Redazione | Valorazione |
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Certo: al tempo del regno di Saturno
la Pudicizia visse sulla terra
e a lungo vi fu vista.
Una spelonca gelida,
quella allora la casa, tutto qui:
focolare Lari padroni e bestie
stretti insieme sotto lo stesso tetto.
E le spose, figlie dei monti, allora
rabberciavano un rustico giaciglio
con foglie, paglia e pelli di animali
catturati sul luogo.
Cinzia, Cinzia, quanto da te diverse
quelle donne; quanto diverse
anche da te, se la morte di un passero
poté annebbiare i tuoi begli occhi;
donne che alla sete di figli ormai cresciuti
ancora porgevano il seno, donne
spesso più sgradevoli del marito stesso
quando rutta le ghiande.
Nella primavera del mondo,
sotto un cielo appena dischiuso,
come vivevano diversamente gli uomini,
usciti da cretti di quercia,
impastati di fango,
senza che nessuno li generasse!
Forse con Giove ancora qualche traccia
dell'antico pudore resistette,
molto o poco che fosse;
ma certo solo finché Giove
non mise barba
e non esistette greco pronto a giurare
sulla testa degli altri,
finché nessuno pensò di cintare i campi
nel timore che i ladri
gli svuotassero vivai e frutteto.
Ma poi insieme a Pudicizia
quasi di soppiatto in cielo se ne tornò Astrea
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
malo sguardo
si posa sulle candide
mani sospese
in una carezza
interdetta
s'accartoccia
foglia morta
s'illanguidisce lo sguardo
s'imbibisce l'occhio |
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