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Pubblicata il: agosto 07, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesia anglosassone | Totali visite: 5540 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Di te si dirà:
Giorno e notte questo cane vegliava accanto a un letto, in una camera chiusa, dove mai raggio di sole giungeva a rompere l'oscurità intorno all’ammalata, all'afflitta. In quella stanza visibilmente morivano le rose colte per esser messe nei vasi, prive com’erano d’aria e di luce: soltanto questo cane aspettava e vegliava, come se sapesse che quando manca la luce, rimane a splender l'amore. Altri cani, fra le rugiade ed il timo, cacciavano le lepri, inseguendole per prati e per boschi, all’aria aperta, al sole… questo cane soltanto si distendeva, sfiorava una languida gota, convivendo nel buio. Altri cani, animali allegri e gai, saltavano al suono acuto del fischio che nel bosco li raduna.... questo cane soltanto vigilava attendendo una parola appena sussurrata, o un sospiro più forte. E se due mie lacrime improvvise sui suoi lisci orecchi cadevano, se il mio respiro ansante si faceva a un tratto, in fretta e in ansia lui saltava su, facendomi le feste, accarezzandomi, affannosamente respirando nella sua tenera commozione |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Ci scambiamo parole
sembran sincere:
ma cosa sai tu di me
cosa so io di te?
Se tu solo potessi
guardarmi nell'anima
fuggiresti sconvolto
dai miei mille perché.
Quello che dico è solo
povero sunto
dell'oceano sconfinato
dell'essere mio.
Mai tu potrai essere me ed io te
sempre soli saremo
come tutti
fino all'ultimo giorno. |
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