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Pubblicata il: agosto 16, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesia anglosassone | Totali visite: 2084 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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NOTTURNO
Smunte nella tenèbra
entro a sudari, pallide stelle
le loro torce agitano.
Fatue luci dai più remoti cieli schiaran fioche,
archi su archi svettanti,
la navata della notte nera di peccato.
Serafini,
le osti perdute si svegliano
a servire sino a che
in illune tenèbra ognuna ricade, smorta,
levato che abbia e agitato
il suo turibolo.
E a lungo e alto,
per la notturna navata che si estolle
bàttito di stelle rintocca,
mentre squallido incenso gonfia, nube su nube,
ai vuoti spazi dall'adorante
deserto d'anime. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Non mai - dico non mai - così m'infiamma
il senso d'una vita bella e forte
come quando apparite nelle corte
gonnelle d'alpinista, esile damma!
Non m'irridete! Ché nessuna fiamma
come costoro che vi fan coorte
m'invita a seguitar la vostra sorte,
o Margherita, giovinetta Mamma! |
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