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Pubblicata il: agosto 14, 2013 | Da: Redazione
Categoria: Poesia dialettale Italia del nord | Totali visite: 11362 | Valorazione

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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
Pier Paolo Pasolini
Dansa di Narcís
Originale     Versione italiana

Dansa di Narcís


Jo i soj na viola e un aunàr,
il scur e il pàlit ta la ciar.
I olmi cu'l me vuli legri
l'aunàr dal me stomi amàr
e dai me ris ch'a lusin pegris
in tal soreli dal seàl.
Jo i soj na viola e un aunàr,
il neri e il rosa ta la ciar.
E i vuardi la viola ch'a lus
greva e dolisiosa tal clar
da la me siera di vilút
sot da l'ombrena di un moràr.
Jo i soj na viola e un aunàr,
il sec e il mòrbit ta la ciar
La viola a intorgolèa il so lun
tínar tai flancs durs da l'aunàr
e a si spièglin ta l'azúr fun
da l'aga dal me còur avàr.
Jo i soj na viola e un aunàr,
il frèit e il clípit ta la ciar

Danza di Narciso


Io sono una viola e un ontano,
lo scuro e il pallido nella carne.
Spio col mio occhio allegro
l'ontano del mio petto amaro
e dei miei ricci che splendono pigri
nel sole della riva.
Io sono una viola e un ontano,
il nero e il rosa nella carne.
E guardo la viola che splende
greve e tenera nel chiaro
della mia cera di velluto
sotto l'ombra di un gelso.
Io sono una viola e un ontano,
il secco e il morbido nella carne.
La viola contorce il suo lume
sui fianchi duri dell'ontano,
e si specchiano nell'azzurro fumo
dell'acqua del mio cuore avaro.
Io sono una viola e un ontano,
il freddo e il tiepido nella carne.


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