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Pubblicata il: giugno 20, 2019 |
Da: amcozza
Categoria: Poesia italiana | Totali visite: 1490 | Valorazione:     
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E ora che più non ci sei
che ieri sei andata via senza un bacio
dimmi che devo farne della mia vita?
Se avrò forza verrò a deporre
un fiore sulla tua tomba
piangendo ti parlerò ancora
mi dirai senza voce e poi?
Seguirti e unirmi a te quanto prima
è il solo fine che ora mi resta
ma come e dove ritrovarti
se nell’aldilà non ho mai creduto
e non ho neanche il diritto di morire
per abbreviare l’attesa di raggiungerti?
Nel nulla e nel vuoto imperanti
come dove e quando ritrovarti!
Se da qualche parte tu dimorassi
mi basterebbe pur un vago indizio:
un fischio, un riverbero nel buio assoluto
l’eco del fruscio della tua anima
che solinga vaga nel camposanto
tra croci o fuochi fatui
sarebbe sufficiente per rinvenirti!
Come vorrei crederci estinta amata
come vorrei che tanto si avverasse:
starebbe in piedi l’estrema speranza
abbandonerei la certezza crudele
da tanto in me insinuatasi e cresciuta
che si nasce per morire e poi svanire.
Ah venisse un giorno prossimo un vento
generoso a portare la mia polvere
li dove oggi già la tua l’ha preceduta. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Supini al rezzo ritmico del panka.
Sull'altana di cedro, il giorno muore,
giunge dal Tempio un canto or mesto or gaio,
giungono aromi dalla jungla in fiore.
Bel fiore del carbone e dell'acciaio
Miss Ketty fuma e zufola giuliva
altoriversa nella sedia a sdraio. |
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