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Pubblicata il: agosto 03, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesia Romania | Totali visite: 5588 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Mihai Eminescu
SOLITUDINE
Le tende ormai calate,
Siedo al tavolo d' abete,
Nel camin crepita il fuoco,
Mentre vo sopprapensiero.
Nella mente vanno a stuoli
Dolci inganni. E ricordi
Stridon lievi, come grilli
Tra annosi neri muri.
Oppur piovono nell' alma
E si frangon grevi e tristi
Come gocciola la cera
Ai piedi di Gesù Cristo.
Nella stanza ai cantoni
Pendono le ragnatele,
E tra i libri a cataste
Frusciano furtivi i topi.
E in questa dolce quiete
Alzo gli occhi al plafone
E li ascolto rosicchiare
Dure copertine e fogli.
Quante volte ebbi in mente
D' appender la lira al chiodo,
Metter fine alla poesia,
Metter fine al deserto;
Ma allora grilli, topi,
Con il loro picciol passo,
Mi riportan la tristezza
Che sempre in verso muta.
Qualche volta. . . Raramente. . .
Che pel lume stesso è tardi,
Sento il cuor rabbrividire
Se il saliscendi stride. . .
Ecco Lei. Per quanto vuota
La casa se ne riempie,
Nel telaio di sventura,
Qual icona, ecco, splende.
E m' indispettisce il tempo
Che non ferma il suo correr,
Quando insieme sussurriamo,
Le mani le labbra giunte. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
E la quercia
possente,
dalla chioma maestosa
che con forti radici
s'avvinghiava alla terra |
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