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Pubblicata il: agosto 07, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesia spagnola | Totali visite: 16039 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Federico García Lorca
Spagna Fuente Vaqueros 5 giugno 1898 Víznar, 19 agosto 1936
BALLATA DELLA LUNA, LUNA
A Conchita García Lorca
Giunse la luna alla fucina
con la sua faldiglia di nardi.
Il bimbo la guarda guarda.
E bimbo la sta guardando.
Nell'aria commossa
muove la luna le sue braccia
e mostra, lasciva e pura,
le sue poppe di duro stagno.
Fuggi, luna, luna, luna.
Se venissero i gitani
farebbero del tuo cuore
collane ed anelli bianchi.
Bimbo, lasciami ballare.
Quando verranno i gitani
ti troveranno sull'incudine
con gli occhiettini chiusi.
Fuggi, luna, luna, luna,
sento i loro cavalli.
Bimbo, lasciami, non pestare
il mio candore inamidato.
L'uomo a cavallo s'avvicinava
suonando il tamburo della pianura.
Dentro la fucina il bimbo
ha gli occhi chiusi.
Per l'uliveto venivano,
bronzo e sogno, i gitani.
Erette le teste
e gli occhi socchiusi.
Come canta l'assiolo,
ahi, come canta sull'albero!
Scorre nel cielo la luna
con un bimbo per mano.
Piangono dentro la fucina,
con alte grida, i gitani.
L'aria la vela vela,
l'aria la sta velando. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
SOLITUDINE
Le tende ormai calate,
Siedo al tavolo d' abete,
Nel camin crepita il fuoco,
Mentre vo sopprapensiero.
Nella mente vanno a stuoli |
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