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Pubblicata il: giugno 19, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 800 | Totali visite: 2742 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Mi sussurrò - Domani? -Ed io: - Domani
m'avrai ne le tue braccia a l'istessa ora;
fra i tuoi capelli passerò le mani,
tu, sognando, dirai che m'ami ancora.
Ecco, son qui. Lo attendo. A i più lontani
passi, a ogni lieve suon che vien da fuora
tendo l'orecchio, e in desideri arcani
frugo con gli occhi la gentil dimora.
E' un vago nido.Le finestre aperte
di primavera invitano a l'incanto:
scherza il sole tra i fiori e su 'l velluto.
Io, l'armi antiche e ei quadri, onde coperte
son le mura, contemplo; e penso intanto
qual tesoro di baci ho già perduto.
Autore: Contessa Lara (Evelina Cattermole Mancini)
(1849, Firenze - 1896)
Note: fra le voci più originali della seconda metà
dell'Ottocento. La poesia illustra il sogno svanito.
La solitudine della donna nella stanza della vita. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Ci sono anime che hanno
stelle azzurre,
mattini sfioriti
tra foglie del tempo, |
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