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Pubblicata il: giugno 19, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 800 | Totali visite: 6564 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Narra la fama, e ancor n'ha orrore il popolo:
Nerone, indétto a la cittą l'incendio,
salķ su quella torre a lo spettacolo
del rogo, allegro ed avido.
Correano al cenno suo gl'incendiarii,
baccanti in festa, e roteavan picei
serti di fiamma. Dritto su' merli aurei
Neron tocca la cetera.
- Gloria - egli canta - al fuoco: a l'oro ei simile
ei degno del Titan che al cielo tolselo:
l'augel di Giove il porta; ed il primo alito
egli accolse di Bromio.
Vieni, splendido nume: al crine i pampini,
molle danza su 'l mondo anzi che in polvere
torni: di Roma qui raccogli il cenere
e nel tuo vino mescilo. |
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Commenti degli utenti |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
All' improvviso oggi ho dentro una sensazione assurda e giusta!
Ho capito, con una illuminazione segreta, di non essere nessuno. Nessuno, assolutamente nessuno |
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