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Pubblicata il: giugno 19, 2013 | Da: Redazione
Categoria: Poesie del 800 | Totali visite: 3180 | Valorazione

Occhio al medio ambiente | Invia per per e-mail

  
Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
I

È tacito, è grigio il mattino;
la terra ha un odore di funghi;
di gocciole è pieno il giardino.

Immobili tra la leggiera
caligine gli alberi: lunghi
lamenti di vaporïera.

I solchi ho nel cuore, i sussulti,
d'un pianto sognato: parole,
sospiri avanzati ai singulti:

un solco sul labbro, che duole.

II

Chi sei, che venisti, coi lieti
tuoi passi, da me nella notte?
Non so; non ricordo: piangevi.

Piangevi: io sentii per il viso
mio piangere fredde, dirotte,
le stille dall'occhio tuo fiso

su me: io sentii che accostavi
le labbra al mio labbro a baciarmi;
e invano volli io levar gravi

le palpebre: gravi: due marmi.

III
Chi sei? donde vieni? presente
tuttora? mi vedi? mi sai?
e lacrimi tacitamente ?

Chi sei ? Trema ancora la porta.
Certo eri di quelli che amai,
ma forse non so che sei morta. . .

Né so come un'ombra d'arcano,
tra l'umida nebbia leggiera,
io senta in quel lungo lontano
saluto di vaporiera.


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