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Pubblicata il: giugno 20, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 800 | Totali visite: 1841 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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VIII
E si trovò tra massi di granito,
il pellegrino, irsuti di lentisco
e di ginepro, e v'odorava il timo
e l'acre menta e il glauco rosmarino
dai fior cilestri. E vi s'udìa lo zirlo
dei tordi e il trillo delle quaglie e il fischio
dei merli. E sparso era un armento bigio
d'onagri. E stava, sopra un masso a picco,
bianca una vacca avanti il mar tranquillo.
Ed era quella un'isola selvaggia,
con grande odor di regamo e di salvia.
Pascea sui picchi la solinga capra,
pascean le vacche chiuse nella tanga.
Né rissa mai v'ardeva, se non l'aspra
voce talora alta mettea la mandra
degli orecchiuti. E il mare sussurrava
come un po' stanco, con la placid'ansia
quasi di sonno, all'ineguale spiaggia.
Pur altre volte il vento udire il rullo
facea di cupi timpani e l'acuto
squillo di trombe, andando al ciel lo spruzzo
salso del mare; e un secco fragor lungo
dava, ai macigni ed allo scoglio, d'urto.
Fuggiano il vento pallide le nuvole,
accavallate all'orizzonte oscuro;
e palpitava scosso da un sussulto
il cielo, il cielo che v'è sempre azzurro.
Ma il sole allora limpido come oro,
scaldava i pingui cavoli nell'orto,
le prime fave, i fiori del fagiolo.
E del fior d'uva già per l'alto poggio
spremea l'odore. E i petali di fuoco
già dei gerani trasparian dal boccio.
E luccicava l'àlbatro e l'alloro... |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
bendata si è da sé
o lo hanno fatto gli altri,
per questo gioco di società
chiamato " giustizia in piazza"?
( giochetto che marchia le vite).
e allora seguiamo 'sto ludus:
i n mezzo c'è la scultorea Justitia,
( vezzeggiata dagli intimi - Justy ) |
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