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Pubblicata il: giugno 19, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 800 | Totali visite: 2006 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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a Golia
per la molto fogazzariana Circe famelica
che tu sai...
Un tulle, verdognolo d'alga,
l'avvolge: bellissimo all'occhio,
ed Ella m'accenna dal cocchio -
si sfolla il teatro - ch'io salga:
"Positivista irredento
un'ora fraterna e un the raro
a casa vo' darle e il commento
dell'opere di Fogazzaro".
Sì! Vengo! Ideale, convertirci
gli ardori dell'anime calme;
uniscile come le palme
toccantesi solo coi vertici.
Le forme bellissime sue
non curo, o Signora! Il Maestro
(non so se pudìco o maldestro)
ci vieta servircene a due.
Daniele non bacia la bocca,
ma fugge per Fede e Speranza,
vaporeggiando a distanza
l'amor della Donna non tocca.
Ah! Lungi l'orrore dei sensi!
E noi penseremo, o Signora,
l'azzurreggiante d'incensi
Cappella Sistina canora.
Papaveri! E l'ora più blanda
faremo, Signora, con quella
del Sonno tremenda sorella:
(prodigio di versi!...) Miranda.
Dispongo le carni compunte,
Marchesa, mia pura sorella,
la palma pensando, che snella
non lega le basi alle punte.
Le basi... le punte incorrotte...
il the... Fogazzaro... Marchesa!
Ma questo sparato mi pesa!
Non ho la camicia da notte... |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Lo sapete che gennaio
Tiene i frutti nel solaio,
che febbraio piccolino,
breve, freddo e biricchino?
Arriva marzo pazzerello:
esce il sole e prendi l’ombrello!
Dietro a lui viene aprile: |
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