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Pubblicata il: settembre 11, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 900 | Totali visite: 14241 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Gabriele D’Annunzio
L'ACERBA
Non io del grasso fiale mi nutrico.
Lascio la cera e il miele nel lor bugno.
Ma spicco la susina afra dal prugno
semiano, e mi piace l'orichico.
E il latte agresto piacemi del fico
primaticcio che nérica nel giugno.
Ti do due labbra fresche per un pugno
di verdi fave, e il picciol cuore amico!
Vieni, monta pè rami. Eccoti il braccio.
Odoro come il cedro bergamotto
se tu mi strizzi un poco la cintura.
Quanto soffii! Tropp'alto? Non ti piaccio?
Ah, ah, mi sembri quel volpone ghiotto
che disse all'uva: Tu non sei matura. |
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