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Pubblicata il: giugno 22, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 900 | Totali visite: 2579 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Il Tritone squammoso mi fu mastro.
S'accoscia su la sabbia ove la schiuma
bulica; e al sole la sua squamma fuma.
Giúngogli ov'è tra il pesce e il dio l'incastro.
Ha il gran torace azzurro come il glastro
ma l'argento sul dorso gli s'alluma.
Sceglie tra l'alghe la più verde, e ruma
e gli cola il rigurgito salmastro.
Con la vasta sua man palmata afferra
la sua conca, v'insuffla ogni sua possa,
gonfio il collo le gote gli occhi istrambi.
Va il rimbombo pel mare e per la terra.
L'Alpe di Luni cròllasi percossa.
Bàlzano nel mio petto i ditirambi.
(Data di composizione sconosciuta) |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
E un uomo disse: Parlaci della Conoscenza.
E lui rispose dicendo:
Il vostro cuore conosce nel silenzio i segreti dei giorni e delle notti. |
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