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Pubblicata il: giugno 22, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 900 | Totali visite: 2140 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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E s'è spezzato il filo
dell'esistenza d'un Poeta vero,
d'un mecenate che donava asilo
in rete ai naviganti del pensiero.
Che giorno scuro e brutto!
Ch'Eràto soffra, piangano le Muse,
che in Elicona vestano di lutto,
che Atropo ci porga le sue scuse.
Pianga con me Urànìa,
Tèrsicore danzando rechi un cero,
Melpomene, Polìnnia e tu Tàlia
vogliate che l'elogio sia da Omero.
Callìope sia mesta.
Mnemosine mantenga il suo ricordo
lucido per la vita che ci resta,
Euterpe gli componga un dolce accordo.
Piangano come ho pianto
per lui che manco conoscevo in volto,
che s'era innamorato del mio canto
com'io del verso suo limpido e sciolto.
Piangano com'io piango
che ragionai con lui di Vita Nova,
di tenebre, di luce, d'ombra e fango,
della parola che non si rinnova.
Piangano ma che Clio
aduni attorno a sè il Tempo e l'Ore
e segni un verso dell'amico mio:
fu Poesia, Felice, che non muore.
Lino Lista (dal Vino del Reno) |
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