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Pubblicata il: giugno 29, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie del 900 | Totali visite: 5301 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Avete "to di battere i tamburi
a cadenza di morte su tutti gli orizzonti
dietro le bare strette alle bandiere,
di rendere piaghe e lacrime a pietà
nelle città distrutte, rovina su rovina.
E più nessuno grida: «Mio Dio,
perché m'hai lasciato?» E non scorre più latte
né sangue dal petto forato. E ora
che avete nascosto i cannoni fra le magnolie,
lasciateci un giorno senz'armi sopra l'erba
al rumore dell'acqua in movimento,
delle foglie di canna fresche tra i capelli,
mentre abbracciamo la donna che ci ama.
Che non suoni di colpo'avanti notte
l'ora del coprifuoco. Un giorno, un solo
giorno per noi, o padroni della terra,
prima che rulli ancora l'aria e il ferro
e una scheggia ci bruci in piena fronte. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
S'oggi si dice non ci sia che questa vita
E per caso tu sei vinta dal problem dell'esistenza
Tanto che i giorni tu li conti sulle dita
E guardi a chi di più facile vita ha la parvenza |
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