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Pubblicata il: luglio 04, 2013 |
Da: Maria Lupoli
Categoria: Poesie inedite | Totali visite: 1892 | Valorazione:     
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Ossequi (canzonetta)
di Maria Lupoli
E alla fine questo cuore l’ho lanciato
in otto pezzi contro una parete
così stanca di ascoltarne i patimenti
(quanto assillo mi dà quella tua voce).
L’egocentrico non ha controbattuto.
Limitato (si è) all’acrobatismo
dalla gabbia (toracica) al parato
si è schiantato contro l’ira (mia) rabbiosa
e gli arzigogoli fioriti un po’ scrostati.
Proprio bene, nuovi cocci da spazzare.
Poi, pentita, son tornata lì a contarli.
Otto piccoli frantumi di un’aurora.
Fino a sera non faranno che guaire
come brandelli di bestiole mal riposte.
Non potevo, sai, lasciarli qui a dolersi.
E così, sanguinanti e ancora caldi,
te ne ho spediti un paio in prioritaria
indugiando ben attenta sul biglietto
e sull’arte del confezionamento.
Ché il miocardio non s’ammacchi nel tragitto.
Ricevuti, tra le mani, i miei residui
(ahi, vedessi il tuo cipiglio inorridito)
hai replicato con glaciale educazione
ed un tagliando di ringraziamento
(con rilancio tempestivo al suo mittente):
“Signorina senza cuore non ha grazia [-stop-]
E, perdoni, fa una certa ripugnanza
quella crepa rosso sangue là sul seno [-stop-]
Con ossequi, sì, l’amico Suo sincero”.
(Le sue impronte sulla carta, qual tesoro..!)
Da quel giorno provo a rivestire il foro
(e, lì dentro, garze e pagine stampate)
indossando camicette à pois et ruches
medaglioni, lunghe sciarpe, girocolli
spasimando quel mio fascino perduto.
E otto cocci,
due dei quali
ancora
in viaggio. |
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Dolorosa e triste esistenza, senza il mio Amore! |
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