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Pubblicata il: luglio 14, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie inedite | Totali visite: 1168 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Un peccato
un sorriso senza confini
una malinconica fierezza
una intrigante purezza
questo sei
in tante stagioni ci siamo abbracciati cento volte
con lo sguardo , ci siamo persi
ritrovati e di nuovo persi
siamo stati una sola cosa e cento cose
allo stesso tempo
abbiamo sentito forte e non sentito piu'
secondo traiettorie irrazionali
come quelle che dipingono nei cieli autunnali
gli uccelli migratori alla ricerca di un calore
ormai perso oltre i ghiacciai;
sei una immagine sbiadita
un volto senza volto
il tutto e il nulla allo stesso tempo
una sensazione, un ricordo,una frase
reale o irreale
una meravigliosa insidia sul cammino
gia’ segnato dell'ultimo dei cavalieri
erranti
uno sforzo della memoria senza spazio e senza tempo
il piu' puro ed il piu' intrigante dei peccati
mai consumati. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Din do lon, din do lon,
le campane di Sant’Alò.
Tutto il giorno le suonai,
pane e vino guadagnai.
Guadagnai un bel cappone,
lo portai al mio padrone,
il mio padron non c’era,
c’era la cameriera, |
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