|
|
Pubblicata il: luglio 13, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie latine | Totali visite: 1751 | Valorazione
|
|
|
|
Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
|
|
|
Gaio Valerio Catullo
29
Chi se non un ingordo svergognato e baro
potrebbe mai permettere in coscienza
che abbia Mamurra ciò che fu della Gallia
o della lontanissima Britannia?
Lo vedi, no, romolo fottuto, e sopporti?
Così questa colomba bianca, questo Adone
passerà con noncuranza da un letto all'altro
vomitando tutta la sua superbia?
Lo vedi, no, romolo fottuto, e sopporti?
Sei uno svergognato ingordo e baro.
E tu, generalissimo, saresti andato
nella più lontana isola d'occidente
perché questo vostro coglione rammollito
divorasse milioni su milioni?
Non è questa la generosità dei ladri?
O forse non ha dilapidato abbastanza?
Prima si è fatto fuori i beni di suo padre,
poi il bottino dell'Asia e quello di Spagna,
testimone il bacino aurifero del Tago.
Ora terrorizza Gallia e Britannia.
E voi proteggete un ribaldo simile?
un tale distruttore di ricchezze?
voi, genero-suocero, padroni di Roma,
in nome suo avete saccheggiato il mondo? |
|
Commenti degli utenti |
|
|
|
Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
AUTOBIOGRAFIA II
Ha riconosciuto un amico
nel suo mezzadro sordomuto.
Ha battuto i noci.
Ila imparato a inchiodare |
|
Statistiche generali |
» Pubblicazioni |
6785
|
» Autori registrati |
8602
|
» Totali visite |
19305707
|
» Categorie |
35
|
|