|
|
Pubblicata il: luglio 13, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie latine | Totali visite: 3414 | Valorazione
|
|
|
|
Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
|
|
|
Gaio Valerio Catullo
39
Per mostrare il candore dei suoi denti,
Egnazio ride, ride d'ogni cosa.
Ride mentre l'avvocato strappa le lacrime
davanti alla sbarra degli imputati;
ride quando fra un coro di lamenti
disperatamente una madre piange
di fronte al rogo del suo unico figliolo.
In ogni circostanza, in ogni luogo,
qualsiasi cosa faccia, ride, ride.
Ha questa malattia, che certo non è,
io ritengo, civile o di buon gusto.
Dovrò proprio ammonirti, Egnazio mio.
Se tu fossi romano, sabino o di Tivoli,
un umbro grasso o un etrusco obeso,
un lanuvino bruno e tutto denti,
uno dell'oltrepò, per metterci anche i miei,
cioè uno dei tanti che con acqua pura
si lava i denti, anche allora vorrei che tu
non ridessi continuamente d'ogni cosa:
niente è più sciocco di un modo sciocco di ridere.
Ma tu sei spagnolo e in terra di Spagna
la mattina tutti si strofinano a sangue
gengive e denti con la propria urina.
Così più bianchi sono questi vostri denti
e più rivelano il piscio che hai bevuto. |
|
Commenti degli utenti |
|
|
|
Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
POI
Quando l'Oggi avrà chiuso il suo cancello dietro il nùo trepido soggiorno,
il mese di maggio agiterà come ali le sue liete foglie verdi,
Coperte di lieve pelurie come seta appena filata, diranno i vicini: |
|
Statistiche generali |
» Pubblicazioni |
6785
|
» Autori registrati |
8634
|
» Totali visite |
19339064
|
» Categorie |
35
|
|