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Pubblicata il: luglio 21, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poesie latine | Totali visite: 12994 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Marco Valerio Marziale
Epigrammi
Libro Dodicesimo
18 • IL SOGGIORNO A BILBILI
Mentre inquieto forse errando vai
nella Suburra piena di schiamazzi
o vai su per il colle, o Giovenale,
di Diana regina;
mentre per le soglie dei potenti
la toga, che pur ti fa sudare,
ti ventila un pochino
e aggravan la fatica del cammino
il Celio maggiore ed il minore;
la mia Bilbili, dove son tornato,
terra superba per le sue miniere
d'oro e di ferro,
dopo molti dicembri mi ha riavuto
ed ha fatto di me un contadino.
Qui con un piacevole lavoro
e senza faticare come un tempo,
io me la spasso tra Platea e Boterdo
- questi sono i nomi più importanti
nelle terre celtibere -:
qui godo di un sonno lungo e duro,
spesso non interrotto all'ora terza,
così mi rifaccio dell'insonnia
a Roma sopportata per trent'anni.
Qui non si fa uso della toga;
quando la chiedo, mi si dà una veste
prendendola da una sedia rotta
posta vicino al letto;
quando mi alzo mi accoglie il camino
alimentato da un mucchio di legname
del vicino lecceto.
Intorno al camino sono appese
molte pentole rustiche.
Poi viene a trovarmi un cacciatore
che tu vorresti avere
in una selva del tutto riservata;
l'imberbe fattor distribuisce
le razioni di vitto
e chiede ai servi che i capelli lunghi
si facciano tagliare.
Così mi piace vivere e morire. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
Hanno la pelle solcata dalle libecciate
e ispessita dai solleoni.
Braccia mai completamente dilavate
dalla salsedine.
Cariatidi protese sul molo.
Annusano il vento.
Rimembrano giorni lontani, |
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