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Pubblicata il: agosto 16, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poeti francesi | Totali visite: 11999 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Arthur Rimbaud
ALBA
Ho baciato l'alba d'estate.
Nulla si muoveva ancora sul frontone dei palazzi. L'acqua era morta. Gli accampamenti d'ombre non lasciavano la strada del bosco. Ho camminato, destando gli aliti vivi e tiepidi; e le gemme guardarono, e le ali s'alzarono senza rumore.
La prima impresa fu, nel sentiero già pieno di freschi e pallidi splendori, un fiore che mi disse il suo nome.
Risi alla cascata che si scapigliò attraverso gli abeti: sulla cima argentata ravvisai la dea.
Allora sollevai a uno a uno i veli. Nel viale, agitando le braccia. Per la pianura, dove l'ho annunciata al gallo. Nella grande città, ella fuggiva tra i campanili e le cupole; e, correndo come un mendicante sulle banchine di marmo, io le davo la caccia.
In cima alla strada, presso un bosco di lauri, l'ho avvolta nei suoi veli ammassati e ho sentito un poco il suo immenso corpo. L'alba e il fanciullo caddero ai piedi dei bosco.
Al risveglio, era mezzogiorno. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
La notte non ha più ore.
I fuochi dell'accampamento sono
Stelle in terra
Nella terra del leone
I carrozzoni ricordano caverne
Primitive ora vuote |
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