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Pubblicata il: dicembre 15, 2013 | Da: Redazione
Categoria: Poeti francesi | Totali visite: 3899 | Valorazione

Occhio al medio ambiente | Invia per per e-mail

  
Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
Colin Muset
Troviero Francese 1210–1250 Ca

SIGNOR CONTE HO SUONATO LA VIELLA

Signor conte, ho suonato la viella
davanti a voi, nel vostro palazzo,
e non mi avete regalato nulla,
né pagato salario:
è villanìa!
Per la fede che devo a Santa Maria,
così non potrò stare al vostro seguito:
la mia scarsella è poco fornita
e la mia borsa poco piena.

Signor conte, suvvia comandate
quel che volete di me.
Signore, se v´aggrada,
suvvia, donatemi un bel dono,
per cortesia!
Ché ho desiderio, non ne dubitate,
di tornare dai miei:
quando faccio ritorno a borsa vuota
mia moglie non mi sorride!

Anzi mi dice: “Signor Babbeo,
in che paese siete stato,
che non avete guadagnato nulla?
Troppo siete andato a spasso
giù per la città.

Guardate come è floscio il vostro zaino:
è pieno soltanto di vento.
Sia vituperato chi ha voglia
di stare in vostra compagnia!’

Ma quando torno a casa
e mia moglie ha adocchiato
sulle mie spalle gonfia la bisaccia
e ch´io son ben vestito
d´un abito foderato,
sappiate ch´ella subito ha deposto
giù la conocchia senza far commedie,
e mi sorride schiettamente
e mi getta le braccia al collo.

Mia moglie corre a sciogliere
il mio zaino senza indugio;
la mia serva corre ad ammazzare
due capponi per cucinarli
alla salsa d´aglio;
mia figlia mi porta un pettine
con le sue mani, cortesemente.
Allora son padrone a casa mia
più che nessuno potrebbe narrare.


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Un bicchiere di vino rosso sancisce la fine di un pasto rapido e frugale. Il suono caldo di un sax in sottofondo allevia la tensione di tutta una giornata. Fitti pensieri si accavallano e si inframezzano tra bianchi soffitti e divani oramai logorati dal tempo. Due note di pianoforte mi proiettano in un sublimale che non conosce confini,

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