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Pubblicata il: dicembre 15, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Poeti maledetti | Totali visite: 9312 | Valorazione
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Chales Baudelaire
Spleen “ Milza”
Quando il cielo basso e greve pesa come un coperchio
sullo spirito che geme in preda a lunghi affanni,
e versa abbracciando l'intero giro dell'orizzonte
una luce diurna più triste della notte;
Quando la terra è trasformata in umida prigione,
dove come un pipistrello la Speranza
batte contro i muri con la sua timida ala
picchiando la testa sui soffitti marcescenti;
Quando la pioggia distendendo le sue immense strisce
Imita le sbarre di un grande carcere
ed un popolo muto di infami ragni
tende le sue reti in fondo ai nostri cervelli,
Improvvisamente delle campane sbattono con furia
e lanciano verso il cielo un urlo orrendo
simili a spiriti vaganti senza patria
che si mettono a gemere ostinati
E lunghi trasporti funebri senza tamburi, senza bande
sfilano lentamente nella mia anima vinta; la Speranza
piange e l'atroce angoscia dispotica
pianta sul mio cranio chinato il suo nero vessillo. |
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Una pubblicazione proposta fra le tante presenti nel sito |
I miei baci trotterellavano
Ragnetti
Sul collo tuo
Ed ora son qui, il fiume si perde
Nella collina molle
Le api intorno
Al loro volo assurdo,
A quelle maliziose erbette
Che mi solleticano il culo,
Alle radici sotto i piedi. |
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