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Pubblicata il: ottobre 24, 2013 |
Da: Redazione
Categoria: Racconti inediti e/o celebri | Totali visite: 1445 | Valorazione:     
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Redazione
Sono Manuel figlio di Felice, contento di portar avanti il lavoro di mio padre.
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Pensieri surreali
Neanche un pensiero a farmi compagnia. Mi ritrovo a calpestare un muretto di pietra bianca e ho lo sguardo perso in un azzurro che mi sembra irreale, una musica dura e scatenante è con me. Ora cerco di ruotare un poco gli occhi con la fretta e la voglia di scorgere almeno una piccolissima e bianca nuvola che non mi faccia perdere in questo morboso azzurro.
Il Sole mi scalda. E' una di quelle giornate che appena inizi a respirarle ti senti carico di sensazioni e più pigro della notte appena andata via.
Sono in piedi su questo muretto di pietra bianca, mi volto da un lato e vedo un prato verde accarezzato da un vento piacevolmente leggero e caldo. Uno di quei prati che appena vedi ti viene voglia di rotolartici dentro, lasciarti abbracciare da tutto quel verde. Lasciarti riscaldare dal Sole alto e incombente: che sia questa la vita?
Vorrei darti una risposta ma continuo a camminare sul muretto di pietra bianca. Anche oggi ho rubato tutti gli sguardi e li ho chiusi in un cassetto, ma non è bastato, loro possono toccarti e sognare sulle tue forme. Allora ho tagliato via tutte le mani, ma neanche questo è bastato. Loro vivono del tuo odore e questo basta per farli sognare e volare.
Sopra questo muretto di pietra bianca mi ritornano in mente poche righe che non leggerai: "Respiro le tue mani che sfiorano i miei capelli, sento disegnarsi il tuo corpo sul mio, il tuo nome rincorre i miei pensieri e in un attimo tutto si dissolve, sei già caduta lontana dentro di me".
E continuo a restare fermo sul muretto di pietra bianca soffocando la mia mente in questo morboso azzurro.
Un'idea sta nuotando tra i miei pensieri mentre ti vedo andare lontano, ma i miei occhi si fermano sopra la figura di un anziano signore dai capelli bianchissimi. I nostri occhi si guardano e mi avvicino a lui saltando giù dal muretto di pietra bianca.
Accompagnando le mie parole con un cenno della testa, gli faccio:
- "Buongiorno! Come sta?"
- Lui mi risponde: "Bene! Merito anche di questa bella giornata."
L'idea stanca di nuotare si riposa stendendosi al Sole per asciugarsi.
- Chiedo al vecchietto appena incontrato: "Sapreste dirmi come dovrebbe essere l'amore?
- Mi chiede smarrito: "Come dovrebbe essere l'amore? Ehm?
Insisto con la mia domanda, ma lo sguardo dell'anziano signore mi suggerisce di seguire i suoi occhi, e insieme voltiamo la testa, scoprendo le tue forme femminili allontanarsi nel prato verde.
- "Sì? Come dovrebbe essere l'amore?"
Urlando al vento caldo e leggero, sempre più forte, sempre la stessa domanda, mi metto a correre più del vento allontanandomi dall'anziano interlocutore che imperturbabile continua a scaldarsi al Sole.
L'amore dovrebbe essere come la mia idea che continua a scaldarsi sulla spiaggia dopo aver fatto un bagno nei miei pensieri. Dovrebbe avere due sguardi sotto il Sole che si uniscono nel cielo azzurro, un azzurro che nessuno dei due ha mai visto prima.
Sì! Dovrebbe essere azzurro l'amore, morbosamente azzurro....
Se l'amore fosse più azzurro dell'azzurro, quei due sguardi resterebbero attaccati ad un angolo di cielo, senza preoccuparsi nient'altro che di non perdere quel loro angolo di vita.
Mi volto indietro, ma il vecchio è troppo lontano per distinguerlo in tutto il verde che mi circonda.
Anche tu sei lontana - forse quel puntino rosa laggiù ti assomiglia. Cerco di camminare più veloce ma non ti vedo.
Allora decido di salire sul mio muretto di pietra bianca - solo lui mi divide dal prato verde e da te - e butto in avanti un passo stanco e poi ancora un altro, poi mi fermo dritto ad annusare il vento che gioca tra i miei capelli e non riesco a soffocare i miei pensieri.
Per un attimo ho creduto possibile che il tempo si fermasse a guardare i tuoi occhi nella mia mente, per un attimo ho creduto possibile che una canzone mi aiutasse a cullarmi nei tuoi occhi mentre il tempo continuava a martellare i suoi battiti - solo per un attimo vorrei credere possibile poterci guardare negli occhi -.
Ancora una volta per un attimo ho creduto possibile che tutto questo fosse fermo a guardare la tua bocca, i tuoi fianchi, la tua pelle.
Ora, il Sole è cosi caldo e ho come il dubbio che non mi occorra nient'altro, ma i miei occhi ispezionano dettagliatamente il grande prato verde. Ora ti vedo, un puntino rosa solo un pò più vicino, ti vedo che bevi da una fontanina sotto una grande quercia - e stamattina non pensavo neanche che ti avrei portata qui fuori città.
Mi metto a sedere sul muretto di pietra bianca e cerco di mettere a fuoco i tuoi movimenti, e come il vento le parole bussano inutili alla porta dei miei sentimenti. La stessa domanda e il vento accarezza i miei desideri.
Il Sole continua a riscaldarla i miei passi accompagnano i miei pensieri, e la tua figura lontana prende per mano i miei occhi.
Mi accorgo che la stradina è accompagnata per mano dal muretto di pietra bianca sù per la collina, e io la percorro morbosamente attaccato all'azzurro. Mi sto avvicinando ad un ragazzo che sta seduto su un panca dalla parte opposta della stradina.
Il vento è l'unico che distrae i miei pensieri. Sono a qualche metro dal ragazzo, lo saluto con un cenno della testa fermandomi davanti, a lui.
- Senza esitare gli faccio: "Come dovrebbe essere l'amore?
- Lui mi replica con un istante di ritardo: "Come quella ragazza che si beve sotto la grande quercia!"
- E io:" Sotto quella quercia non c'è l'amore!"
E nello stesso momento mi incammino allontanandomi dal ragazzo. Lui con un gesto automatico appoggia le labbra alla sua sigaretta e replica testardamente nel vento:
- "Così dovrebbe essere l'amore!"
Polvere dopo polvere i miei occhi camminano un passo davanti a me, per un attimo sento attraversarmi dentro l'eccitazione di averti accanto, nella mente c'è ancora l'eco delle parole del ragazzo.
Sei ancora seduta sotto la grande quercia, stai guardando nella direzione dalla quale provenivo. Ci stiamo guardando, e tu agiti nel vento la tua mano per accarezzare i miei occhi.
Se riuscissi a riempire l'azzurro con il tuo nome, servirebbe ciò a dare una risposta alla mia domanda? Riuscirei a dare almeno un colore all'amore. Forse.
Il Sole è ancora così caldo. Ti ho raggiunta sotto la grande quercia e sono seduto accanto a te:
- "Come dovrebbe essere l'amore?"
Mi accarezzi con gli occhi senza rincorrere una risposta e vedo allontarti, perderti a poco a poco nel prato verde, sotto un cielo azzurro. Ti amo?
Damiano Rotondili |
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